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giovedì 25 febbraio 2021

Col cappello in mano

Quando in piena crisi economica ti trovi in una situazione disperata, perdi tutto ciò che avevi: azienda, casa e proprietà, ma sei convinta che la crisi unisca, non stai partendo con il piede giusto. 

Non è così, non esiste unione, perché le crisi dal 2001 al 2008 hanno colpito le piccole imprese italiane a macchia di leopardo; non sono state crisi causate da una guerra, in cui tutti si sono alleati alla pari per ricostruire paesi e città per il bene comune. Le crisi di questi anni, no, non hanno prodotto questo risultato. 

Ora viene in soccorso il Covid, in cui un po' tutti i piccoli impreditori possono vedere la loro attività sfuggire di mano, provando la paura di perdere ogni bene da un momento all'altro ma soprattutto di indebitarsi. Ecco in quali acque mi sono trovata a suo tempo con l'azienda della mia famiglia, ma non c'era lo Stato in soccorso. 

Così, dieci anni fa, animata dai migliori propositi, immediatamente dopo la chiusura della fabbrica, mi sono rivolta ad ex concorrenti del mio paese, col cappello in mano ho bussato alla loro porta per portare i miei clienti, i Friends of Cama, che ancora sono in contatto con me, la mia eredità intangibile e più preziosa. Poi sono andata da associazioni, amministrazioni, professionisti, dirigenti, gente comune per portare la mia creatività al servizio degli altri, per vivere un'esperienza di rinascita comunitaria. Un'illusione. Quando bussi alla porta di qualcuno in tempi di crisi, sei già perdente. Non ci sarà niente di buono per te. Le eccezioni sono poche e i rischi molti, perché si incontrano anche persone che ti vogliono usare. Ho infatti incontrato almeno tre narcisisti. 

Quindi a distanza di anni, mi rendo conto che sarebbe stato più opportuno per me iscrivermi ad un'università di economia e commercio, o marketing e amministrazione d'azienda o scienze economiche. Ambiti in cui non sono ferrata e che mi sarebbero serviti per trovare una soluzione adeguata alla mia visione d'azienda del futuro e magari essere accolta degnamente. Avrei guadagnato molto in tempo e formazione, sarei entrata in contatto con gli ambienti giusti e avrei trovato qui gli strumenti utili per fare innovazione anche insieme ad altri. 

Senza rassegnazione e senza rammarico per gli anni spesi e le brutte figure fatte, riparto ora col concetto che non mi do per vinta, che l'età non conta, puntando sulla consapevolezza acquisita e continuando a coltivare il mio sogno di incontrare persone alla pari, che desiderano ricostruire insieme a me un' impresa innovativa nel dopo-Covid. 

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