Blog's Translator

giovedì 28 ottobre 2021

Occasione mancata o liberazione?

Nave alla deriva (fonte:web) 

Nel 2019 il nostro laboratorio artigiano era stato svalutato per il 70% e quindi il delegato alla vendita aveva richiesto alla giudice la chiusura dell'esecuzione immobiliare. A questa proposta si è opposto il Cerved (Credit Management Group), cartolarizzante per conto della banca Popolare di Spoleto, che nel 2007 aveva concesso alla nostra azienda un mutuo fondiario, all'interno di un pool di istituti di credito locali, senza le opportune garanzie: ne sia la prova che l'anno successivo, nel 2008, l'Unicredit ha fatto mettere in esecuzione immobiliare la sede della nostra fabbrica.

Quindi gente che noi neanche conosciamo, i cartolarizzanti, ci attaccano per far andare avanti la macchina distruttiva dell'esecuzione immobiliare: per ottenere cosa? Ora l'immobile è stato aggiudicato all'asta per una cifra irrisoria, che svaluta il bene dell'80%: quanto arriverà alle tasche di questi cartolarizzanti, dopo che sono stati soddisfatti i professionisti del tribunale con precedenza sui creditori, oltre al risarcimento insufficiente del credito vantato dall'Unicredit? 

L'altro giorno ho visto su Google maps la nostra fabbrica per la prima volta dall'alto: è un budello stretto nella parte più in ombra dell'edificio, fatto costruire nel 1960 con l'avvallo fidejussorio dei miei bisnonni e formalmente diviso a metà col vicino. Le vicissitudini, che sono seguite, ci hanno messo in svantaggio con il diretto concorrente a fondello, ex socio della fabbrica e poi anche con il nonno, che era presidente della Cama, causando notevoli problemi familiari oltre che economici.

Quindi mi sono detta che non mi interesserebbe riavere l'immobile, che ora è sventrato della sua vita ed è una carcassa di legni alla deriva: sarebbe per me solo una spesa, che non potrei affrontare. In tutto questo vorrei però capire la logica che sta alla base della procedura fallimentare e di come lo Stato permetta di affossare cose e persone per mano di chi tale distruzione l'ha permessa, ovvero le banche, che hanno concesso mutui senza garanzie in tempo di crisi.

SEGUI LA STORIA DELLA CAMA IN CINQUE

PUNTATE SULLA PAGINA DEL CENTRO
CAGIANELLI PER IL '900




Cama® è un marchio registrato


FRIENDS OF CAMA Il blog
Post originali di Roberta Niccacci
Storia di un'azienda artigiana italiana in tempo di crisi
Segui la pagina facebook
Friends of Cama è anche su Twitter

Seguimi su LinkedIn

martedì 26 ottobre 2021

Le zampe delle mosche


Per i fallimenti viene adottato un modo di fare patologico, pari al gioco dei maschi
nello staccare le zampe alle mosche vive

Mi ricordo che da piccola i maschi giocavano a catturare le mosche e a staccare loro le zampe con l'animale ancora vivo. L'insetto faceva un rumore di difesa, ma ogni tentativo di fuga era vano. Sentirsi staccare una zampa alla volta è la sensazione dolorosa che si prova, quando finisci in un fallimento sentenziato da un tribunale. 

Vieni spogliato dei tuoi beni e della tua vita un pezzo per volta, mentre la tua esistenza si annulla parallelamente alla procedura fallimentare: beni e vita procedono sui binari di uno stesso treno verso la morte, perché ciò che ti portano via è la tua vita, che diventa una carcassa agonizzante, di cui si cibano persone senza scrupoli autorizzate dallo Stato. 

Ritrovo il cinismo, che usavano i maschi per strappare le zampe alle mosche, nell'istituzione del fallimento. Sono quindi convinta che la procedura fallimentare sia una creazione "maschia", perché non c'è cura e logica materna, di difesa della persona che subisce il danno di indebitarsi, finendo in un gioco al massacro. Per l'esecutato non c'è via d'uscita. Non ci potrebbe essere parola più esatta di "esecutato", perché sei su un patibolo. 

Pertanto si capirebbe perché una famiglia intera venga messa al palo per più di dieci anni al fine di racimolare briciole in termini di denaro recuperato tramite le aste giudiziarie, svendendo i beni uno per volta senza nessun riguardo del loro valore, come a smaltire parti inservibili di bestie da macello. Non vali più niente, perché ti viene negata la libertà. 

Se fallisci, non hai scampo e non potrai mai riprendere la tua vita sulle tue gambe, ripartire da dove eri arrivato, fare l'imprenditore: la tua vita sarà distrutta. Se riuscirai a sortire vivo da un'esperienza di fallimento come quella che stiamo vivendo nella nostra famiglia, niente sarà più lo stesso. Perché fanno questo? Qual è lo scopo di tanta distruzione da accattoni? Qual è l'obiettivo di tenere le persone ferme per anni e anni senza poter riprendere in mano la propria vita da persone libere


SEGUI LA STORIA DELLA CAMA IN CINQUE

PUNTATE SULLA PAGINA DEL CENTRO
CAGIANELLI PER IL '900




Cama® è un marchio registrato


FRIENDS OF CAMA Il blog
Post originali di Roberta Niccacci
Storia di un'azienda artigiana italiana in tempo di crisi
Segui la pagina facebook
Friends of Cama è anche su Twitter

Seguimi su LinkedIn

lunedì 25 ottobre 2021

Affari sicuri

Grandi affari alle aste giudiziarie: il gioco facile a distruzione di persone e cose

Lo Stato permette di fare affari sulla pelle dei falliti in maniera spudorata. Nel 1999 la nostra azienda artigiana era stata ampliata e ammodernata col mutuo bancario, che ci ha fatto affondare nel 2012 dopo un lungo periodo di agonia, conosciuto come "sofferenza bancaria", durante il quale non puoi uscire dalla secca in cui sei incagliato. 

Nel frattempo a partire dal 2008la banca con un'esecuzione immobiliare ha messo all'asta il nostro laboratorio artigiano e dopo 16 esperimenti d'asta, lo scorso 6 ottobre 2021 un ex concorrente di Deruta si è aggiudicato il bene per un valore esiguo, a base d'asta o poco più, perché era l'unico concorrente in gara. Quanto andrà a pagare l'acquirente della fabbrica corrisponde al 16% del valore iniziale stimato del bene da parte del tribunale. All'affarista piace giocare facile! 

La mia domanda è: ma alla banca è convenuto far passare tutti questi anni (2008-2021) per recuperare quanto potevamo pagare noi della Cama, se la banca avesse avuto la stessa pazienza di aspettare il nostro rientro? Che poi, per dirla tutta, quanto paga l'acquirente alle aste non finisce nelle casse della banca per intero, perché prima ci sono da pagare i compensi per i "professionisti" della sezione fallimentare del tribunale, che hanno la precedenza sui creditori. 

Da quest'esempio il fallimento sembra un gioco al massacro e nulla più, uno sfregio per chi fallisce. Come è possibile che si verifichino situazioni del genere? Qual è l'obiettivo di tanto dispiego di forze da parte dello Stato? Dove sta la convenienza per lo Stato a sbarazzarsi di un'azienda artigiana che era fonte di contributi e lavoro per il territorio?

Allora è forse chiaro che il sistema viene tenuto in piedi dallo Stato stesso per far entrare soldi nelle casse dello Stato tramite gli ultimi aneliti di un'azienda, che potrebbe opporsi alla vendita (bolli, spese etc.) e anche dai "professionisti" che durante la procedura ci tirano fuori belle somme vivendo delle disgrazie altrui? A chi interessa non far fallire le piccole aziende artigiane? Le associazioni di categoria non si pronunciano e neppure le Camere di Commercio sembrano sensibili all'argomento "fallimento". Per non parlare dei sindacati dei dipendenti, ancora fermi al contrasto del "padrone". 

Infine, per chi fallisce non esiste una tutela neanche come debitore, perché svilire i beni in questo modo porta a non coprire il debito con conseguente insoddisfazione dei creditori. A chi conviene sostenere la fiorente industria dei fallimenti


SEGUI LA STORIA DELLA CAMA IN CINQUE

PUNTATE SULLA PAGINA DEL CENTRO
CAGIANELLI PER IL '900




Cama® è un marchio registrato


FRIENDS OF CAMA Il blog
Post originali di Roberta Niccacci
Storia di un'azienda artigiana italiana in tempo di crisi
Segui la pagina facebook
Friends of Cama è anche su Twitter

Seguimi su LinkedIn

giovedì 21 ottobre 2021

Sulla graticola

San Lorenzo martire III secolo d.C.

San Lorenzo, festeggiato il 10 agosto, è un martire cristiano protettore della città di Perugia. Morì da martire arrostito sulla graticola, suo attributo in molte rappresentazioni artistiche. Anche noi della Cama siamo sulla graticola ma da falliti e non sappiamo se riusciremo a uscire vivi da quest'esperienza di fallimento, una tortura senza fine messa in atto dai creditori, che del fallimento raccoglieranno le briciole. 

Sono passati già tredici anni dall'esecuzione immobiliare del nostro laboratorio artigiano in via Tiberina 113 a Deruta, a fronte del quale non si è scagliata solo la banca ma anche i cartolarizzanti, ai quali l'istituto ha nel frattempo venduto il credito. I cartolarizzanti reclamano il credito a noi figli, perché nel mutuo contratto siamo "fidejussori"; ma noi eravamo soci in azienda e non avevamo altri introiti. Come facciamo a rimettere il debito? 

Questo non è il peggio che ti può succedere se finisci in disgrazia in un fallimento; ti attaccano parenti di sangue e anche ex concorrenti di Deruta, gente del paese senza scrupoli. Infatti nel 2011 ha fatto istanza di fallimento della fabbrica il fratello più piccolo di mia madre, che nella fabbrica aveva lavorato per 40 anni. Non poteva più aspettare per ottenere il tfr e comprarci un'Alfa Romeo rossa fiammante di concessionario. 

Poi ora viene il bello: il nostro campionario di centinaia di pezzi è stato acquistato all'asta a pochi spicci da un ex concorrente di Deruta, che ora si è aggiudicato anche il nostro laboratorio a prezzo vile al 16° esperimento d'asta. Queste sono le persone con cui abbiamo vissuto a Deruta, che si pregia di essere il "paese dell'arte civile". Mi vorrete obiettare: "coi soldi ognuno fa quel che vuole" o "all'asta possono partecipare tutti" ma esiste anche un limite di tolleranza alla prevaricazione dei soldi sui valori di convivenza dettati dal rispetto.

Quindi, quando i governanti italiani emanano leggi ingiuste e fratricide come il regio decreto sul fallimento, di cui anche le riforme mantengono il regime di sfregio del fascio, allora si capisce veramente che il governo parla a nome di noi italiani, un popolo senza riguardo verso i fratelli e che negli anni si è comportato da vigliacco e voltagabbana nei grandi e piccoli eventi della storia: sempre e solo per i soldi, perché non ci sono valori che tengano davanti al dio denaro, promotore di prepotenze, invidie e crudeltà. 


SEGUI LA STORIA DELLA CAMA IN CINQUE

PUNTATE SULLA PAGINA DEL CENTRO
CAGIANELLI PER IL '900




Cama® è un marchio registrato


FRIENDS OF CAMA Il blog
Post originali di Roberta Niccacci
Storia di un'azienda artigiana italiana in tempo di crisi
Segui la pagina facebook
Friends of Cama è anche su Twitter

Seguimi su LinkedIn

mercoledì 20 ottobre 2021

Estetica ed etica del fallimento

In Italia la forma prevale sul contenuto


La "Riforma Renzi" del 2016 ha cancellato la parola "fallimento", sostituendo il termine con "liquidazione giudiziale", mentre l'anno precedente lo stesso governo operava lo sfregio di consentire la vendita a prezzo vile degli immobili all'asta con la legge 132/2015 conosciuta come "Legge Renzi". Una testimonianza dolorosa e beffarda di come in Italia noi siamo per la forma e non per la sostanza, per l'estetica e non per l'etica. Questa mia riflessione nasce dalla lettura dell'articolo a firma Sergio Rizzo "Aziende e crisi: la nuova legge sul fallimento cancella persino la parola", anche autore del libro dal titolo La cricca, che tratta il problema tutto italiano del conflitto di interessi consentito dallo Stato, diventato "il paradiso delle impunità". 

Sono convinta che qualsiasi testimonianza, riguardo a come si vive malamente il fallimento, non arrivi ai burocrati di lusso che applicano le leggi emanate dal governo. Come falliti si finisce in un mattatoio, dove è inutile ribellarsi o fare presente come la procedura fallimentare sia di scherno per chi la vive, senza nessuna tutela per i debitori e per gli imprenditori finiti in disgrazia in tempo di crisi. Chi amministra i beni all'asta non sembra curarsi degli esecutati: la macchina della giustizia fa il suo corso, distruggendo beni e persone come un'acciaccasassi, per poi regalare i beni a prezzo vile dopo anni e anni ad acquirenti che godono di ogni privacy. 

Infine nei fallimenti si insinua il peggio della nostra società e quindi non mi sorprenderebbe che nelle edulcorate "liquidazioni giudiziali" si ritrovi anche il conflitto di interessi, tale e quale la storia dei fontanieri di Roma, in cui i dipendenti comunali vennero anche incaricati della manutenzione e quindi avevano interesse a mantenere le fontane non funzionanti. Non è una parola che può cambiare la sostanza delle cose, anzi la mistificazione di termini concorre a mascherare forme di arretratezza di contenuti e conseguente cinismo degli incaricati della giustizia, a vantaggio economico dei "professionisti" dei tribunali fallimentari e della fiorente industria dei fallimenti. 


SEGUI LA STORIA DELLA CAMA IN CINQUE

PUNTATE SULLA PAGINA DEL CENTRO
CAGIANELLI PER IL '900




Cama® è un marchio registrato


FRIENDS OF CAMA Il blog
Post originali di Roberta Niccacci
Storia di un'azienda artigiana italiana in tempo di crisi
Segui la pagina facebook
Friends of Cama è anche su Twitter

Seguimi su LinkedIn

venerdì 15 ottobre 2021

Un pezzo per volta

 

Desidero far conoscere cosa si prova a passare per le sezioni fallimentari
dei tribunali. Si tratta della nostra pelle di falliti. Siamo trattati come carne 
da macello nello sfregio più totale. 

Se tutti conoscessero cosa succede quando passi per la sezione fallimentare di un tribunale, sapremmo metterci nei panni dei malcapitati e aiutare i caduti di una crisi a ricevere un trattamento degno di persone civili. 

Per anni e anni i "professionisti" dei tribunali fallimentari ti tengono al palo, per poi svendere i tuoi beni a concorrenti sleali del territorio, a extra comunitari e a gente senza scrupoli. Ti prendono un pezzo alla volta, come quando si gioca cinicamente a staccare gli arti di un insetto. Vieni trattato come un pezzo di carne da macello: smembrano una parte dei tuoi averi al bisogno per darlo in pasto a scellerati. 

Lo sfregio di romana memoria non viene cancellato dall'apparente progresso del nostro Paese, ma anzi si intensifica con provvedimenti del governo tesi a smaltire la mole di lavoro dei tribunali a svantaggio dei debitori. Chi viene tutelato in primis sono i "professionisti" che girano intorno ai fallimenti, perché, come nel caso della nostra azienda, hanno raccimolato le briciole, svendendo attrezzature e campionario solo a scopo distruttivo. Quanto dei proventi dei beni aggiudicati all'asta è andato ai creditori? 

Visto che come imprenditore non sei più abile a contribuire alle casse dello Stato, vieni macellato e ciò che possiedi viene messo all'asta fino a raggiungere il prezzo vile, perché se i governanti non possono più prendere i soldi del tuo lavoro, allora ti portano via quello che hai. Questo non è un trattamento che in una democrazia ci si può meritare come falliti, queste sono azioni proprie di una dittatura, dove regna il dio denaro mascherato da valori, la speculazione e il disprezzo dell'altro.  


SEGUI LA STORIA DELLA CAMA IN CINQUE

PUNTATE SULLA PAGINA DEL CENTRO
CAGIANELLI PER IL '900




Cama® è un marchio registrato


FRIENDS OF CAMA Il blog
Post originali di Roberta Niccacci
Storia di un'azienda artigiana italiana in tempo di crisi
Segui la pagina facebook
Friends of Cama è anche su Twitter

Seguimi su LinkedIn

giovedì 14 ottobre 2021

Una vita da perdenti

I buoi, nati tori, come esempio di sottomissione tramite il giogo. 

L'asta della nostra fabbrica artigiana, al prezzo vile di 134.708,44 euro per una proprietà totale di 1.530 mq, se l'è aggiudicata sembra il nostro confinante a fondello, ex socio del mio nonno Nazzareno Niccacci, che della fabbrica era anche presidente. Nel 1971 della cooperativa sorta nel 1954 erano rimasti due soci, che si sono divisi. Al momento della spartizione del laboratorio mio nonno ha avuto la peggio ed è rimasto senza clientela, senza caporeparto, senza lavoranti e senza pozzo, con l'illusione di aver preso soprattutto il nome CAMA, che a suo tempo era stato stimato per un valore di 6 milioni di lire. Era un'illusione, perché quello che restava della CAMA era una scatola vuota. 

Il passo successivo dell'ex socio di mio nonno è stato di ideare per la sua azienda un nome molto simile a CAMA, azione contro la quale a suo tempo mio nonno poteva richiedere i danni, ma non lo ha fatto. Quindi, anche alla concorrenza sleale perpetrata successivamente, mio nonno non ha risposto tramite le vie legali. Questa tradizione di sottomissione è durata negli anni e mio padre ne ha portato avanti l'eredità. Eppure l'ex socio godeva del consenso e stima del vicinato, perché era più forte economicamente e si comportava apparentemente da signore. La nostra vita di imprenditori è stata quindi una vita da perdenti, sempre in svantaggio, nonostante gli sforzi per realizzare un prodotto di qualità e il raggiunto successo di pubblico negli anni Novanta: vestivamo sempre i panni dei poveracci anche davanti alle banche, delle quali eravamo diventati dipendenti. 

Così ora il destino sembra riproporre lo stesso scenario di concorrenza sleale anche nel nostro fallimento. Non si fermano neanche davanti a un cadavere! Ora voglio vedere se mio padre si opporrà alla vendita all'asta a prezzo vile e una volta per tutte spezzerà il giogo della sudditanza a una vita di divisioni, rancori, ingiustizie e danni, che dall'ambito lavorativo si sono insinuati nella nostra vita personale. Infatti, dopo il 1974, quando mio padre è finito nelle maglie della fabbrica e ne è diventato titolare insieme alla mia mamma, nella nostra famiglia è finita la pace. Anch'io mi sarei buttata in scelte sbagliate, soprattutto a livello di carriera scolastica, come se fossi nata già una perdente. Dopo 50 anni esatti dal 1971, anno di inizio delle nostre disgrazie imprenditoriali e familiari, forse si intravede una via d'uscita per strappare finalmente le nostre vite a un destino atroce, che si è ripetuto per aver subito e mai reagito in maniera efficace alle angherie: rispondere finalmente tramite le vie legali. Vediamo se una giustizia esiste!

SEGUI LA STORIA DELLA CAMA IN CINQUE

PUNTATE SULLA PAGINA DEL CENTRO
CAGIANELLI PER IL '900




Cama® è un marchio registrato


FRIENDS OF CAMA Il blog
Post originali di Roberta Niccacci
Storia di un'azienda artigiana italiana in tempo di crisi
Segui la pagina facebook
Friends of Cama è anche su Twitter

Seguimi su LinkedIn

lunedì 11 ottobre 2021

Cocktail micidiale



Non esiste cocktail più micidiale della giustizia unita alla psichiatria. Ne siano testimoni i carceri psichiatrici. Ieri in tv a Non è l'Arena di Massimo Giletti, ho rivisto Fabrizio Corona dopo molti anni. L'unico che lo capisce è Alessandro Sallusti. Gli altri ospiti non danno segni di comprensione del suo dramma, che non è misericordia: chi lo vuole redarguire, chi gli vuole dire come stanno le cose tramite tecnicismi giuridici, chi lo vuole zittire, chi lo contrasta. Anzi, Fabrizio Corona deve stare pure attento a come parla, perché potrebbe sollecitare qualche giudice a intentargli una causa. 

Qui si tratta di capire il concetto che una persona, che ha prodotto un danno economico a qualcun altro, non può scontare anche una pena corporale, perché quando da un'esperienza, che passa per il tribunale, da sano esci malato e sotto trattamento psicofarmacologico, vuol dire che la tua pena è stata ingiusta, criminale, disumana. Per non parlare del numero di anni scontati e dell'accanimento di giudici e magistrati, che sembrano rimasti al tempo del fascio, mossi da giudizio, pregiudizio e dall'ambizione di impartire una pena esemplare. 

Osservando la storia di Fabrizio Corona, ho trovato similitudini con la condizione dei falliti, sottoposti alla sezione fallimentare di un tribunale negli esiti peggiori del fallimento: non ti liberi per anni e anni delle grinfie dei burocrati, che poi alla fine regalano i tuoi immobili a prezzo vile, sventrano i tuoi beni senza nessun riguardo per i falliti, che non possono riprendere una vita normale di contribuenti dello Stato, fino a che non sono dichiarati esdebitati, ovvero fino a che l'incubo non è stato portato a termine. 

Ecco in cosa consiste l'ingiustizia nei confronti di Fabrizio Corona: aver voluto intenzionalmente distruggere un uomo, un creativo, con la complicità degli psichiatri, che non sanno distinguere un eclettico da un malato di mente, per i quali tutto è patologico. L'obiettivo è di arginare, perseguire, rinsavire. Sembra veramente di stare sotto una dittatura. Nei tribunali la medicina dovrebbe intervenire per aiutare i detenuti e non per affossare le persone tramite medicinali di contenzione, facendo il gioco dei giudici. 

Quindi il danno economico, sia nel bene che nel male, non può essere soggetto a pregiudizio sulla persona; si può solo agire per recuperare i crediti tramite i propri beni e in maniera efficiente. La persona va lasciata libera. Non si possono infatti scontare due pene: essere privati dei propri beni e scontare anche una pena corporale tramite lo strumento della reclusione, perché indurre la malattia mentale in un soggetto sano è una punizione corporale peggiore della tortura. 


SEGUI LA STORIA DELLA CAMA IN CINQUE

PUNTATE SULLA PAGINA DEL CENTRO
CAGIANELLI PER IL '900




Cama® è un marchio registrato


FRIENDS OF CAMA Il blog
Post originali di Roberta Niccacci
Storia di un'azienda artigiana italiana in tempo di crisi
Segui la pagina facebook
Friends of Cama è anche su Twitter

Seguimi su LinkedIn

domenica 3 ottobre 2021

Lo scempio si compie

Per iniziativa del governo il supermercato delle aste regala gli immobili
a prezzo vile dopo anni e anni dall'esecuzione immobiliare 

Mercoledì 6 ottobre andrà l'asta della nostra fabbrica artigiana al 19% del suo valore stimato dal tribunale. A distanza di tredici anni dalla data dell'esecuzione immobiliare, lo Stato dopo 16 esperimenti d'asta regalerà un bene costruito coi sacrifici: 1.530 mq a 134mila euro. Noi alla banca abbiamo dato in pegno l'immobile per il suo valore totale, non per essere svenduto, dopo che il laboratorio è stato sventrato dei suoi strumenti da lavoro e il campionario regalato ad un cifra irrisoria ad un ex concorrente di Deruta

La domanda è: il tribunale non poteva svendere direttamente il bene al prezzo vile e liberarci subito del peso del fallimento, che per un esecutato è uno stillicidio senza fine? Chi controlla gli sprechi di denaro pubblico in un fallimento? La Corte dei Conti non ha voce in capitolo sui fallimenti? Come succede nei supermercati e nei centri commerciali, i consumatori si abituano agli sconti e quindi aspettano il prezzo più basso del mercato. Tanto vale svendere subito. Sfregio per sfregio, meglio la libertà. 

Il fallimento ha infatti come conseguenza di tenere gli ex imprenditori in stallo, legati mani e piedi, senza potersi liberare per anni e anni del condizionamento della situazione fallimentare, per poi ritrovarsi ad essere beffati riguardo ai beni messi all'asta. Ora rimane la prima casa dei miei genitori, che è andata all'asta quest'anno per la prima volta. Chissà se i miei genitori in punto di morte potranno accedere all'esdebitamento

Mi dicono che le edulcorazioni alla procedura fallimentare non correggono il regio decreto del 1942; infatti questo era scontato, perché una legge fascista non può essere modificata nella sua malignità. Eppure queste leggi fasciste le applicano burocrati e magistrati che anche per soldi si dicono di sinistra con un'indifferenza inaudita mascherata della difesa dei creditori. I falliti non subiscono solo uno sfregio ma anche una carcerazione senza sbarre. 

Il fallimento non dovrebbe quindi stare in mano dei tribunali, perché come ex imprenditori non si può essere trattati peggio degli stragisti, sotto tortura per anni e anni della burocrazia in un'inutile perdita di tempo prezioso per i sottomessi, carcasse su cui si avventano professionisti senza scrupoli per riempire le proprie tasche. Si dicono giustizieri per i creditori, ma loro sull'industria del fallimento ci vivono, senza la consapevolezza di essere vicini alla necrofilia e di essere accaniti per i soldi. 

Nota bene: le foto sulla pagina dell'asta sono errate come pure la descrizione di "magazzino". Lo Stato sta svendendo una signora fabbrica. 


SEGUI LA STORIA DELLA CAMA IN CINQUE

PUNTATE SULLA PAGINA DEL CENTRO
CAGIANELLI PER IL '900




Cama® è un marchio registrato


FRIENDS OF CAMA Il blog
Post originali di Roberta Niccacci
Storia di un'azienda artigiana italiana in tempo di crisi
Segui la pagina facebook
Friends of Cama è anche su Twitter

Seguimi su LinkedIn

venerdì 1 ottobre 2021

Simboli e forma

Il fascio littorio del mercato coperto di
Perugia inaugurato nel 1932
(AX=Anno decimo dell'era fascista)

Nei libri di grammatica italiana per stranieri ho incontrato il concetto che in Italia siamo "formali". Infatti per noi la burocrazia è imprescindibile da qualsiasi ambito sociale, economico e lavorativo. Pertanto in nome della burocrazia si predilige la forma al contenuto. È così che si perde di vista ciò che di concreto si svolge nella vita civile e si creano ostacoli al progresso condiviso. Da noi in Italia vige il disinteresse e regna la forma. 

In effetti quando incontro persone che non agiscono sul contenuto ma rimangono ancorati alla forma, io li chiamo tutti "burocrati". Possono essere persone del paese ma anche sindaci, medici, avvocati e professionisti: chi fa il proprio lavoro al minimo sindacale, in superficie, dando spazio alla forma e alle formalità, per me è un burocrate. 

Questa è la riflessione a cui mi ha portato la protesta dei giorni scorsi per trovare un posto più consono ai fasci littori, riscoperti a Perugia con la ristrutturazione del mercato coperto di epoca fascista. Togliere i fasci littori può essere considerata un'azione formale? In realtà nella nostra legislazione esistono regi decreti del fascio, ma nessuno chiede di cancellarli. Così è per il fallimento. 

Vivere il fallimento, che passa tramite la sezione fallimentare di un tribunale, equivale infatti a tornare al tempo del fascio littorio, perché la legge fallimentare è regolata da un regio decreto del 1942, AXX anno venti dell'era fascista: da contribuente delle casse dello stato e sostituto d'imposta diventi per anni e anni suddito italiano di quel ventennio. Il fallimento è un'esperienza allucinante, in cui sparisci come persona e come cittadino, in mano ai burocrati statali e acquisiti, ovvero uno stuolo di professionisti che ti fanno sentire quel fascio nerboruto sulla tua pelle con cinismo e accanimento.

I burocrati dei tribunali fallimentari sono per me il fascio dei tempi moderni, un gruppo di persone che ha potere su altre e determina la loro vita, solo per aver commesso una scelta aziendale sbagliata in tempo di crisi: svendono i tuoi beni come sfregio, sventrano aziende e distruggono le arti. Come falliti si viene trattati peggio dei delinquenti, degli stragisti, dei femminicidi e degli omicidi. Come essere umano fallito vieni privato della tua libertà, finché gli stessi burocrati non hanno portato a termine la distruzione di persone e cose. Che cosa abbiamo da dire a questo proposito in termini di contenuto fascista? 


SEGUI LA STORIA DELLA CAMA IN CINQUE

PUNTATE SULLA PAGINA DEL CENTRO
CAGIANELLI PER IL '900




Cama® è un marchio registrato


FRIENDS OF CAMA Il blog
Post originali di Roberta Niccacci
Storia di un'azienda artigiana italiana in tempo di crisi
Segui la pagina facebook
Friends of Cama è anche su Twitter

Seguimi su LinkedIn