Uno stato incivile genera inciviltà (G. Toffali) |
In un procedimento fallimentare ti rendi conto di come può essere trattato un ex contribuente dello Stato nella maniera più atroce, perché una volta fallito devi sottostare ai tempi della burocrazia italiana; diventi un faldone da smaltire, pertanto i provvedimenti successivi alla legge fallimentare fascista del 1942 sono tesi a risolvere il problema del sovraffollamento di falliti sui tavoli dei burocrati di lusso e dei loro ausiliari a spese del fallito.
Infatti come chiameresti un giudice delegato se non un burocrate di lusso, che applica pedissequamente la legge e non si rende conto di quale sofferenza provi un fallito, di tutte le ingustizie che si trovano in un fallimento e di quali conseguenze anti-economiche si generino per lo Stato?
Una della ingiustizie primarie è di non essere difesi dallo Stato in ugual misura come sono difese le banche, che possono perseguitarti a vita, che si sdoppiano coi cartolarizzanti e ti attaccano dentro e fuori i tribunali, mentre tu non puoi fare ricorso a vita contro una banca; i tuoi beni immobili vengono svenduti all'asta al peggior prezzo vile, che gli aggiudicatari aspettano fino all'ultimo esperimento. Infine, non è vero che puoi tornare a lavorare con la tua arte, sei una persona finita per sempre.
Il trattamento dei falliti è più incivile ora di quanto viene narrato nella storia romana, medievale e rinascimentale, ovvero è molto peggio della pietra dello scandalo, perché siamo nel terzo millennio e uno scempio come il fallimento dovrebbe essere abolito, prima di tutto perché anti-economico e non sostenibile per la collettività, con la conseguenza che immobili e strumenti da lavoro del fallito vengono regalati a approfittatori, ex concorrenti e gente senza scrupoli. Il fallimento va attualmente oltre ogni sfregio e la misura è colma.
1 commento:
Che dire, Roberta? Sei straordinaria! Racconti le storie come fossero fiabe (anche in inglese). Mi fai sempre più invidia
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