nella rete di mafie, lobby e logge |
Ora che Sigfrido Ranucci viene attaccato come giornalista, mi sono sentita di scrivergli una email di solidarietà, perché è finito nella nostra stessa rete di mafiosi, lobby e logge, che manovrano le fila dei fallimenti. Trovo che sia un'ingiustizia che si attacchi un giornalista e che la legge non tuteli la stampa, che è rimasta l'unica ancora di salvezza per i più deboli e per poter ancora credere in una democrazia.
Ho scritto a Sigfrido Ranucci che noi in quelle reti ci siamo finiti da parecchio e quindi riesco a sentire tutta la sua sofferenza, il suo dolore e anche ciò che significa la mancanza di libertà in un Paese delegittimato appunto da mafie, lobby e logge. Non ci si crede, finché non si passa per i gironi infernali dei fallimenti, dell'anti-mafia e di tutti i canali burocratici, in cui si insinuano mafie, logge e lobby a fare man bassa di case e imprese, buttando sul lastrico persone e famiglie, per fare profitto sulle disgrazie altrui e arricchirsi lautamente.
Ho scritto a Sigfrido Ranucci di sentire Matteo Renzi, visto che ha finito per distruggere anche noi falliti con la legge 132/2015 sul prezzo vile degli immobili, allo stesso modo ha aperto le porte in Italia ad un presunto mafioso, sbarcato in borsa a New York, ma che, nonostante il successo e i soldi che vanta, ha usufruito del sostegno economico del governo italiano. Per Sigfrido Ranucci il dossier di Report sui monopattini deve essere stato fatale.
Il fatto è che su per gli scranni del governo devono andare sempre di fretta, sono in altri impegni impegnati, ma in corsa ci si fa ammaliare da chi con le reti ci sa andare e poi nelle maglie di queste reti finiscono i cittadini più deboli o i giornalisti scomodi, perché non si dia a conoscere la verità o ci si impossessi dei loro beni. Matteo Renzi è anche un gran facilone, pensa pure di poter parlare inglese senza averlo studiato. Ha frequentato anche lui giurisprudenza e non capisco cosa porti avvocati e giuristi a sentirsi dei patreterni. Sono solo burocrati di lusso, che dovrebbero stare al servizio del Paese, pagati per essere servi. Servi di chi?
1 commento:
Buongiorno Roberta, mi unisco con tutta la solidarietà verso il grande giornalista, uno dei pochi, pochissimi che mantengono fede alla deontologia, etica professionale, morale civica, purtroppo molti, troppi, sono solo servi del potere!
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