In un fallimento la parte debole, imprenditori e professionisti
privati che falliscono, non viene tutelata, i loro beni svenduti
a prezzo vile, attaccati anche per via extra-giudiziale.
In nome della libertà personale sarebbe giusto fissare una cesura: in un fallimento ci dovrebbe essere un prima e un dopo. Tu, tribunale, per tutelare i creditori, ti prendi tutto quello che c'era prima del fallimento; ciò che io produco dopo la data del fallimento, tu lo lasci a me, perché io voglio essere libero di riprendere a vivere e a lavorare, senza i vincoli tarpanti dei burocrati e aiusiliari, che ti stanno col fiato sul collo.
L'ingerenza nella vita dei falliti da parte dello stuolo di ausiliari dei giudici delegati è insostenibile. Anche se loro non si fanno mai sentire, condizionano la tua vita, vieni privato della tua libertà, non puoi sentire libero di avere la tua vita in mano. Anzi non facendosi mai sentire, essi dimostrano tutto il loro potere. Da considerare che gli ausiliari sono i primi a essere pagati per il loro lavoro con precedenza sui creditori.
Nello stesso tempo vieni attaccato sul piano personale e ti viene pignorato lo stipendio di 1/5 per tutta la tua vita. Se non sei abbastanza anziano da percepire una pensione, devi comunque rifarti una vita professionale, andando a lavorare come dipendente e quindi percepire una mensilità. Da aggiungere che all'atto del pignoramento di conto corrente e Postepay ti prendono tutto quello che trovano, i pochi risparmi che hai messo da parte coi sacrifici nel post fallimento. Anche qui o vai per la via giudiziale o vai per la via extra-giudiziale. Non puoi attaccare da due fuochi per uno stesso credito, tramite il tribunale e in via indipendente.
Quindi, secondo la legge, immobili svenduti e pagamento di 1/5 dello stipendio per il resto della tua vita. Perché? Gli immobili nei mutui vengono impegnati per il valore per intero. Le banche si dovrebbero prendere gli immobili per il loro valore, scalare il debito e poi vendersi gli immobili per conto proprio. Lo stesso dicasi se i creditori sono più di uno. I creditori si accollano gli immobili e poi se li vendono loro, congedando il debitore e lasciandolo libero di riprendere in mano la sua vita. Invece no, il fallito serve finché ha una goccia di sangue nelle vene, perché l'industria dei fallimenti è generatrice di fiorenti introiti, senza nessun controllo da parte dello Stato, in cui i governanti infieriscono sulla parte debole, usurpando le proprietà e la vita dei falliti. Una forma inaudita di violenza.