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sabato 20 novembre 2021

Di cosa vivono i falliti?

E poi ti dicono: "quel che conta è la salute"

Mi chiedo di cosa vivano i falliti, durante e a conclusione della procedura fallimentare. Nel mentre della pena, la vita dell' "esecutato" viene congelata. In questo lasso di tempo infinito nessuno ti informa di quello che ti succederà, mentre nel tuo fascicolo cresce la documentazione dell'esecuzione di morte civile della tua persona, in cui si raccolgono le ceneri da un falò della durata di almeno un decennio, in cui tutti i tuoi beni sono svenduti alle aste. 

La causa per cui mi batterei in tema di fallimenti è il fatto che con i tuoi beni se ne va anche la tua vita, perché si sconta una pena corporale, si prova un grande dolore, si vive l'emarginazione, la tua vita sconvolta da un lutto eterno. Rischi di andare via di senno. Non esiste per la statistica la voce "suicida per fallimento", preferiscono mettere le cause tra le ragioni patologiche, perché, se una persona fallita si suicida, allora diventa "depressa", in particolare subisce una "depressione da shock". 

Allora mi domando quale sia il sostentamento dei falliti. I miei genitori vivono di pensione. Hanno continuato a versare i contributi per tutti gli anni in cui hanno lavorato nella nostra fabbrica oltre l'età pensionabile, perché un artigiano è convinto di poter esercitare la sua arte finché avrà un alito vita. Con il fallimento questa vita si interrompe bruscamente. 

In questo momento i miei genitori abitano ancora nella loro prima casa, che non si sa quando tornerà all'asta. I miei genitori sono come una coppia di piccioni infreddoliti sul ramo di un albero, rimasto solo in un'isola deserta, ma che presto verranno a tagliare con la sega elettrica, il cui stridìo non li farà volare via ma li farà cadere per terra e morire una volta per tutte. È rimasto solo un albero, perché tagliarlo? 

I miei genitori non potranno usufruire di nessun beneficio per una casa popolare o un affitto a prezzo calmierato, perché il loro Isee è alto: fanno cumulo delle pensioni, a cui si aggiunge la prima casa, che risulta ancora di loro proprietà, finché non verrà svenduta all'asta a prezzo vile. In un fallimento ci sono quindi delle incongruenze illogiche e tipiche del mondo dei burocrati, che parlano un'altra lingua dal mondo civile. 

In un fallimento si verificano infatti cose incomprensibili per un cittadino "normale", che come fallito nel suo fallimento non ha voce in capitolo. Parlano i "professionisti": giudici, curatori, delegati alla vendita, custodi, uno stuolo di becchini e tirapiedi con a capo lo Stato incappucciato di nero e le mani insanguinate nonostante i guanti: il boia


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2 commenti:

Anonimo ha detto...

bello l'articolo, molto forte, molto triste quello che succede

Anonimo ha detto...

Forte!!! (applauso)