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lunedì 15 novembre 2021

Sui falliti chi ci guadagna?



Esiste un'economia parallela ai fallimenti giudiziari, in cui si insinua la mafia e gli speculatori, tra cui ex concorrenti del tuo stesso territorio. Non esiste una regolamentazione riguardo agli acquirenti delle aste, di cui il tribunale non fornisce un registro pubblico. 

Ogni grido di ingiustizia dei falliti è inascoltato; i giudici sono come secondini, che passano per i gironi infernali danteschi e non si curano di chi soffre per procedure senza fine e che, come conseguenza del fallimento, provocano dolore fisico, sfregio ed emarginazione sociale.

I falliti rientrano tra i poveri, perché se fallisci da persona onesta, ne esci distrutto e senza soldi. Sei perseguitato a vita dal tribunale per via giudiziale e dai cartolarizzanti per via extra-giudiziale: è una vita senza tregua. 

Sembra che il solo che si interessi ai poveri sia il Vaticano, perché, per quanto riguarda la giustizia, tu puoi fare poco o niente. Ad esempio non puoi portare al giudice come osservazione che chi si è aggiudicato il tuo laboratorio è un ex concorrente di Deruta fradicio di soldi e che tramite le aste il tribunale sta regalando un bene svalutato dell'80% a persone che sono già ricche. 

Qual è la convenienza dello Stato a intervenire nel fallimento di un'azienda artigiana, riducendola in polvere, senza più introiti per le sue casse, favorendo il mercato delle aste, in cui gravitano persone senza scrupoli e concorrenti sleali, che si arricchiscono a spese delle disgrazie altrui? 

E pensare che, se all'asta non fosse intervenuto questo ex-concorrente di Deruta, il laboratorio ce l'avrebbero ridato: certo ora è come una nave alla deriva, sventrato dai pirati e ridotto a quattro tavole di legno infradiciato. A dicembre saranno passati dieci anni dall'istanza di fallimento e tredici anni dall'esecuzione immobiliare da parte della banca. In questi anni il tribunale ha raccolto le briciole, regalando strumenti da lavoro e ora il laboratorio a speculatori dello stesso paese. Un'azione crudele, "a cruel act", dicono i clienti americani, che ho già avvertito per far sapere di cosa è capace l'azienda da cui si servono e che si è aggiudicata il nostro laboratorio.  


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Post originali di Roberta Niccacci
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