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lunedì 11 ottobre 2021

Cocktail micidiale



Non esiste cocktail più micidiale della giustizia unita alla psichiatria. Ne siano testimoni i carceri psichiatrici. Ieri in tv a Non è l'Arena di Massimo Giletti, ho rivisto Fabrizio Corona dopo molti anni. L'unico che lo capisce è Alessandro Sallusti. Gli altri ospiti non danno segni di comprensione del suo dramma, che non è misericordia: chi lo vuole redarguire, chi gli vuole dire come stanno le cose tramite tecnicismi giuridici, chi lo vuole zittire, chi lo contrasta. Anzi, Fabrizio Corona deve stare pure attento a come parla, perché potrebbe sollecitare qualche giudice a intentargli una causa. 

Qui si tratta di capire il concetto che una persona, che ha prodotto un danno economico a qualcun altro, non può scontare anche una pena corporale, perché quando da un'esperienza, che passa per il tribunale, da sano esci malato e sotto trattamento psicofarmacologico, vuol dire che la tua pena è stata ingiusta, criminale, disumana. Per non parlare del numero di anni scontati e dell'accanimento di giudici e magistrati, che sembrano rimasti al tempo del fascio, mossi da giudizio, pregiudizio e dall'ambizione di impartire una pena esemplare. 

Osservando la storia di Fabrizio Corona, ho trovato similitudini con la condizione dei falliti, sottoposti alla sezione fallimentare di un tribunale negli esiti peggiori del fallimento: non ti liberi per anni e anni delle grinfie dei burocrati, che poi alla fine regalano i tuoi immobili a prezzo vile, sventrano i tuoi beni senza nessun riguardo per i falliti, che non possono riprendere una vita normale di contribuenti dello Stato, fino a che non sono dichiarati esdebitati, ovvero fino a che l'incubo non è stato portato a termine. 

Ecco in cosa consiste l'ingiustizia nei confronti di Fabrizio Corona: aver voluto intenzionalmente distruggere un uomo, un creativo, con la complicità degli psichiatri, che non sanno distinguere un eclettico da un malato di mente, per i quali tutto è patologico. L'obiettivo è di arginare, perseguire, rinsavire. Sembra veramente di stare sotto una dittatura. Nei tribunali la medicina dovrebbe intervenire per aiutare i detenuti e non per affossare le persone tramite medicinali di contenzione, facendo il gioco dei giudici. 

Quindi il danno economico, sia nel bene che nel male, non può essere soggetto a pregiudizio sulla persona; si può solo agire per recuperare i crediti tramite i propri beni e in maniera efficiente. La persona va lasciata libera. Non si possono infatti scontare due pene: essere privati dei propri beni e scontare anche una pena corporale tramite lo strumento della reclusione, perché indurre la malattia mentale in un soggetto sano è una punizione corporale peggiore della tortura. 


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