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mercoledì 11 agosto 2021

Etimologia e cattiveria


"Fallire" viene dal latino "fallĕre", che vuol dire "ingannare". Sinonimi sono: bancarotta, rovina, dissesto, tracollo, rovescio, crack, insolvenza. In senso figurato le parole attinenti ad un fallimento sono: disastro, insuccesso, sconfitta, delusione, disfatta, naufragio, fiasco, scacco, smacco. 

Il 10 gennaio 2019 con il nuovo "Codice della crisi e dell'insolvenza", il termine "fallimento" è stato sostituito da "liquidazione giudiziale". Come si chiama quindi il fallito? Fallito diventa "liquidato giudiziale"? Nell'immaginario collettivo il "fallito" rimane comunque una persona che non ha saputo amministrare la propria azienda, ha sperperato il patrimonio o ha fatto talvolta operazioni illegali. Il confronto immediato di chi giudica un fallito è ai propri beni, alla difesa di ciò che possiede e a dimostrare quanto la persona fallita sia in grave errore. Chi giudica si sente senza macchia, fa tutto bene senza inciampi e difende strenuamente i propri averi.

Nell'atteggiamento delle persone che puntano il dito al fallito in maniera univoca c'è quindi la cattiveria, acuita in Italia dal fatto che siamo un popolo diviso, competitivo e menefreghista. Solo lo sport ci salva, per i suoi valori di unità, rispetto e gioco di squadra. Infatti poi si parla di sportswashing, ovvero l'uso dei successi dello sport per difendere la reputazione nazionale. Anche la cattiveria ha una sua etimologia, che mi ricordo dalla scuola media, quando ci capitò un professore di Perugia in prepensionamento, che portava la bacchetta e dal quale di latino poco ho imparato. Mi ricordo solo la sua spiegazione di un'etimologia: cattivo viene da "captivus malii", prigioniero del male.

Il fallimento è fondamentalmente una disgrazia, specie in tempo di crisi mondiali. Si dovrebbe solo tacere o esprimere la propria misericordia verso chi è finito nel girone di un inferno, in cui neanche i criminali vivono un'esperienza di questo genere. I falliti vengono massacrati per far guadagnare professionisti, speculatori e una fiorente industria che vive delle disgrazie altrui. Non esiste quindi che le persone da fuori possano giudicare un fallimento, che porta dolore e sofferenza in coloro che che lo subiscono. La cattiveria delle persone si riconosce anche in queste situazioni, così come la loro bassa scolarizzazione o in alternativa l'analfabetismo funzionale, anche di "professionisti" che hanno seguito un corso di studi. Sono proprio queste persone che non ci permettono di alzare il livello culturale medio in Italia e di perseguire l'evoluzione verso una società umana e quindi capace di innovazione.


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4 commenti:

Anonimo ha detto...

I veri falliti sono i critici e chi specula su questi momenti di crisi imprenditoriale.
L'imprenditore resterà sempre un uomo o donna che ha avuto il coraggio e la capacità di ambire ad un sogno ed ha migliorato per un tempo il territorio in cui ha fatto azienda.
Come nello sport non sempre si vince anche nell'impresa vale lo stesso.
L'economia di un paese si basa sopratutto sulle piccole e medie aziende e il coraggio di imprenditori di provare a fare qualcosa!
Solo chi vola cade....
Un in bocca al lupo a tutti gli imprenditori che attraversano momenti difficili e provateci sempre che nessuno prova a fermarvi. Alimentate il fuoco che é dentro di voi... Anche quando la fiamma si spegne riaccendetela!

Anonimo ha detto...

I pregiudizi sono brutti. Bisognerebbe aver fatto tutte le esperienze del mondo ed essere stati in tutte le scarpe degli altri per non averli. Purtroppo bisogna fare i conti anche con questi. Fatti forte della tua cultura.

Anonimo ha detto...

Tocca prima a noi coalizzarci e poi insieme trovare soluzioni efficienti e concrete a supportare gli imprenditori.
Purtroppo i Giudici, i liquidatori, i commissari, consulenti legali e commerciali/contabili sono come gli avvoltoi nella giungla. Così come gli avvoltoi aspettano l'animale ferito per saziarsi anche questi personaggi attendono gli imprenditori per sfamarsi...L'imprenditore nel bene e nel male è sempre lui a procurare il cibo agli altri.

Unknown ha detto...

Mi domando: Perché le persone giudicano e sparlano? Bisogna capire e poi comprendere le grandi cicatrici che lascia un fallimento! È vero, ci vorrebbe misericordia da parte di chi non sa e aiuti per riemergere.
Importante è sempre darsi dal fondo, una forte spinta per tornare su!
🍀