Dal mese di gennaio scorso sono entrata in contatto per la prima volta con altri imprenditori falliti. La prima sensazione che ho percepito è che c'era qualcosa che non andasse in loro. Incredibile. Persone che fino a qualche anno prima erano contribuenti dello Stato e datori di lavoro, ora vengono sentiti come corpi estranei, gente al limite o fuori di testa. Quindi anche gli altri vedranno me allo stesso modo?
L'immaginario collettivo del fallito è sicuramente legato al tempo del fascismo, in cui chi non era col sistema era considerato folle. Questo succede anche agli imprenditori falliti: trattati come sudditi di una monarchia di eletti, mai transitata a democrazia, nel momento in cui non riesci più a contribuire con le tasse, ti viene preso tutto il tuo patrimonio e diventi un emarginato sociale.
La cosa sorprendente è che provi anch'io una sensazione di inesattezza al racconto di ciò che è successo ad altri falliti. In fondo le storie di fallimento sono molto simili e sinceramente in ciascuno si ravvisano delle ingiustizie di trattamento, senza considerare che si diventa tutti senza distinzione carne da macello dell'industria dei fallimenti. Ci si deve imporre di interrompere il giudizio.
Trovo utile che tra i falliti ci siano delle voci autorevoli, come un'architetta di Firenze, che ha una storia da raccontare. Perché lei mi sembra ok? Dipende da chi racconta la storia di fallimento? È quindi anche importante saper rendere la vicenda di fallimento ed è certamente vantaggioso mandare avanti voci credibili. In ogni modo il fallimento è un'esperienza atroce, crudele e ingiusta, che ti può mandare fuori di testa. Come è possibile che un'attività etico-formale come la giurisprudenza possa causare negli imprenditori falliti conseguenze così gravi da ricorrere alle cure mediche? Come si può tollerare di generare il disagio sociale di una consistente parte della società produttiva in tempo di crisi unicamente dal recupero di soldi, in cui lo Stato fa da tesoreria a banche, sindacati e mafia contro i suoi stessi contribuenti?
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