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sabato 11 dicembre 2021

Le mani lunghe dei fallimenti in Italia

La legge non è uguale per tutti, se nella gestione della giustizia si
ammette il profitto dei privati

Per far fronte ai fallimenti, lo Stato italiano rinforza gli strumenti di tortura e di annientamento delle persone fallite e dei loro beni. La società privata, a cui lo Stato ha assegnato la vendita all'asta dell'immobile dei miei amici falliti, si chiama Associazione Nazionale Istituti Vendite Giudiziarie, ha un suo sito https://www.astagiudiziaria.com, in cui si presenta in questi termini: 

L’Associazione Nazionale Istituti Vendite Giudiziarie ha per scopo il compimento di qualsiasi attività tendente alla tutela degli Istituti di Vendite Giudiziarie, nonché la rappresentanza, la difesa ed il coordinamento dei diritti e degli interessi degli associati nello svolgimento della loro attività istituzionale.

L'organizzazione opera a livello nazionale in base a una "Concessione ministeriale multiterritoriale con iscrizione all'elenco del Ministero della Giustizia p.d.g. del 07 Settembre 2018". Gli IVG (Istituti Vendite Giudiziarie) si sono inoltre consorziati con sede a Roma allo stesso indirizzo dell'associazione.  

Invece il nostro laboratorio artigiano era all'asta su un altro sito: https://www.astalegale.net, dove i titolari si presentano proprio come azienda, AstaLegale.net Spa con sede a Carate Brianza (MB), in cui vantano 194 dipendenti (di cui 124 presso gli uffici dei tribunali) e un fatturato di circa 25 milioni di euro nel 2018. Si descrivono come una software house. La data di iscrizione all'elenco del Ministero della Giustizia p.d.g. risale al 26.09.2012. 

Nel 2012 c'era il Governo Monti per giuramento dal 16 novembre 2011. Prima di Monti c'era stato il Governo Berlusconi IV. A partire dal 5 giugno 2018 c'era il Governo Conte I e prima di Conte c'era stato il Governo Gentiloni. Non conoscendo i tempi di attuazione di un decreto, serve di tornare indietro nei governi delle varie legislature. Sarebbe interessante affidare la ricerca storica dei relativi decreti ad un tecnico.  

Quindi in tempo di crisi, proprio negli anni cruciali dei fallimenti delle piccole e medie aziende artigiane e dei commercianti della filiera, tra il 2012 e il 2018, lo Stato italiano ha pensato bene di potenziare l'apparato burocratico dei tribunali fallimentari, dando in mano ai privati altre parti gestionali dei fallimenti. Invece i falliti non godevano di nessun sostegno ed erano abbandonati a se stessi. Non esiste ancora oggi uno sportello statale per i falliti, non c'è tutela per gli imprenditori, ex contribuenti dello Stato e sostituti d'imposta, mentre i dipendenti delle stesse aziende artigiane possono andare da un sindacato e avere il potere di far fallire la propria azienda, così con uno scoccar di dita: nel giro di tre mesi la sentenza di morte dell'azienda è assicurata. 


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Post originali di Roberta Niccacci
Storia di un'azienda artigiana italiana in tempo di crisi
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