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mercoledì 26 maggio 2021

Colpevole d'innocenza


"Colpevole d'innocenza" (Double Jeopardy) è un film del 1999 con Ashley Judd, che finisce in carcere per aver ucciso il marito, ma in effetti si tratta di una trappola tesa dal coniuge stesso. La protagonista scopre l'inganno e in carcere si rimette in forma, facendo palestra. Quest'esempio mi era rimasto impresso dai tempi del film, che dovrei aver visto un paio di volte. 

Il 1999 è anche l'anno in cui nella nostra azienda, la CAMA DERUTA, abbiamo contratto il mutuo ipotecario con l'Unicredit per l'ampliamento del laboratorio artigiano, che ci ha portato al fallimento della fabbrica di majoliche. Un anno maledetto, in prossimità del cambio lira-euro (2000), della caduta delle Due Torri (2001), che avrebbero arrecato il crollo del fatturato e la conseguente fuoriuscita dei dipendenti, con il colpo di grazia della crisi del 2008, fino all'istanza di fallimento nel dicembre 2011 ad opera di due rappresentanti degli operai rimasti. 

Sempre nel 1999 l'Europa aveva aperto dei bandi per le ristrutturazioni dei laboratori, il Comune di Deruta spingeva per mettere a posto il retro della fabbrica risalente al 1960; le cose sembravano andare a gonfie vele ma era una ricchezza drogata...le banche sapevano della crisi incombente e loro si erano attrezzate per una via d'uscita: le CARTOLARIZZAZIONI dei crediti. Noi piccole aziende ci abbiamo rimesso la pelle, le banche si sono salvate con l'appoggio del Governo. 

Così dieci anni fa è iniziato un lento cammino verso la spoliazione della nostra fabbrica, sventrata di tutti gli strumenti da lavoro e di quanto in essa contenuto, dati via a regalo dalle aste giudiziarie, percorso scandito dalla morte civile dei componenti della mia famiglia, privati anche della prima casa. Il tribunale è venuto a frugare anche qui in casa nostra. I conti correnti di noi figli pignorati e bloccati. Noi siamo quelli che ne fanno maggiormente le spese, attaccati su due fronti, anche dai cartolarizzatori. 

Per tornare al film, l'esperienza di fallimento è paragonabile anche ad un'esperienza di carcerazione, perché viene limitata la tua libertà di cittadino contribuente. Di conseguenza mi sono ritrovata per la prima volta a leggere libri scritti da carcerati, in particolare finiti in galera per furto, quindi dove c'è di mezzo il denaro. Proprio perché mi sento in carcere, utilizzo questo tempo per andare alla palestra del carcere in cui vivo: ieri ho iniziato come Ashley Judd a prendermi cura del mio corpo, sono andata a camminare con una mia cugina vicina di casa. Per il momento camminare è ciò che mi posso permettere. Correre non mi piace. Preferirei la palestra o il nuoto. 

Sono contenta che esistano dei modelli nel cinema da cui trarre esempio e questo di "Colpevole d'innocenza" mi sembra preciso. Per fare una guerra serve infatti un fisico atletico, da vera guerriera. Il mio scopo è di impegnarmi infatti per contribuire ad abbattere le barriere del fallimento e lottare perché la distruzione di imprese e persone venga cancellata per sempre. 

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Roberta Niccacci è laureata in lingue e letterature straniere moderne all'Università degli Studi di Perugia. Parla correntemente inglese, francese e tedesco. È…una pioniera Erasmus e ha condotto gli studi per la sua tesi di laurea alla Sorbonne Nouvelle Paris III. Originaria di Deruta (PG), ha prestato la sua formazione umanistica a servizio della clientela dell’azienda artigiana di famiglia, che ha chiuso i battenti nel 2011. Da allora ha portato avanti studi a valorizzazione del territorio per nuovi modi di fare impresa nell’artigianato artistico, partendo da arte e cultura. Il suo grande sogno è di fondare un'azienda che trasformi in realtà la sua esperienza di questi anni. Dal dicembre 2020 è un’imprenditrice in ripartenza presso la Onlus “100mila ripartenze” con sede a Treviso. Talenti: Activator, Adaptability, Communication, Context, Futuristic.

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