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lunedì 3 maggio 2021

Nel terzo millennio viaggio a Spoleto per ritirare un documento

Il Tribunale di Spoleto 

Siamo nel terzo millennio anche in Italia. Vorrei puntualizzare il concetto a proposito. Qualche settimana fa ho rinnovato la mia carta d'identità scaduta e per la prima volta mi hanno preso le impronte digitali degli indici. Ho pensato: "Che innovazione. 22 euro spesi bene!". 

L'impiegato all'anagrafe di Deruta (PG) è stato molto efficiente, veloce e anche simpatico. Quando gli ho confermato l'indirizzo di casa mia, ho avuto un fremito e gli occhi mi si sono riempiti di lacrime. Gli ho detto che non sapevo per quanto tempo sarei rimasta a quell'indirizzo, ma che era quello giusto: la nostra casa era all'asta. Ha avuto parole di conforto. 

Ho rifatto la carta d'identità per rispondere alla documentazione necessaria a ricevere dal tribunale di Spoleto la certificazione di non iscrizione a ruolo. Il documento me lo devo andare a prendere domani a Spoleto!

Di marche da bollo per ottenere il certificato del tribunale spenderò un totale di 35,87 euro, soldi per me in questo momento preziosi. Ma poi...non c'è lo Spid, non ci sono altri modi per ricevere il documento per via telematica nel terzo millennio? 

Non mi meraviglio più di niente. Dalla mia esperienza di fallimento della fabbrica, ho potuto capire quanto siamo arretrati in Italia. Così ho deciso di combattere con arte e cultura il nostro degrado, dovuto anche a mancanza di interazione e comunicazione, conseguente all'individualismo nostro italiano: il cosiddetto "menefreghismo". Il nostro livello tecnologico ne rappresenta una cartina di tornasole. Così con arte e cultura mantengo la poca gentilezza che mi è rimasta in tempi di guerra e di trincea: il fallimento è motivo di abbrutimento. 

Oggi mi leggerò quindi un libro del 1925, in cui una coppia di inglesi descrive la città di Spoleto. Si tratta di un libro, che ho fatto venire da Londra per una ricerca. Un libro di seconda mano, che mi è costato molto meno di quanto sborserò per il certificato del tribunale di Spoleto. Mi sono accorta che, quando scrivo le mie email a nuovi contatti raccontando la mia storia di fallimento, utilizzo citazioni di titoli di libri di autori famosi. In questo caso si tratta del libro dal titolo "Some Umbrian cities" di Ada M. Harrison e R.S. Austin pubblicato da A and C Black Ltd. Non so quanto il libro sia conosciuto ma in questo periodo è per me un testo significativo. 

Frontespizio di "Some Umbrian Cities" (1925)

Chissà se nel libro di viaggio troverò la descrizione del tribunale di Spoleto e come arrivarci? Dovrò anche scoprire la strada da fare e dove parcheggiare. Infatti non sono mai entrata nel tribunale di Spoleto. Userò Google maps. Dovrei aver visto la facciata del tribunale, passando per le strade di Spoleto durante uno dei festival dei Due Mondi, i cui spettacoli non mi sono mai potuta permettere. Al festival di Spoleto sono andata solo una volta a vedere "L'opera de tre soldi" di Brecht, insieme ad una mia professoressa di tedesco diversi anni dopo la mia laurea in lingue e letterature straniere moderne. Eravamo rimaste in contatto. Mi diceva che ero stata una degna allieva. 

Proprio stamattina, in un commento online, ho letto la frase: "la cultura è come il grasso del cammello. Torna utile nei tempi difficili". Caro lettore, hai proprio ragione, non fosse altro per il conforto che nella cultura si trova. L'umanità e il buon senso, di cui mancano certe persone con cui abbiamo a che fare negli "hard times" del terzo milliennio, lo troviamo nel passato nero su bianco in testimonianze di pregio. 



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