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lunedì 10 maggio 2021

La certezza della pena


Scrive Beppe Boni del Resto del Carlino, in risposta alla lettera di un
lettore sull’incertezza della pena in Italia: "Il nostro ordinamento
giudiziario permette troppe porte girevoli e consente a certi criminali di
rimanere a piede libero. Ci sono rapinatori e spacciatori con un certificato
penale lungo come un romanzo liberi e contenti di restare fuori. E
continuare a 'lavorare'. Non parliamo poi degli spacciatori di stupefacenti.
L'applicazione della legge sulla modica quantità di droga è talmente larga
che abbiamo più pusher in circolazione che dentro. Per non parlare poi
dei ladri seriali: difficilissimo vederli in carcere anche dopo la condanna."

Questa quindi la situazione nel penale. Vedi invece di venire nel civile e
di fallire. Vieni a conoscere la vera certezza della pena. Qui una sicurezza
esiste: sarai certo di essere perseguitato a vita. Intanto a garantire la
propria presenza ci pensano i burocrati del tribunale fallimentare, sia gli
scrivani che i burocrati di lusso, ovvero gli avvocati e loro delegati,
tramite i tempi dilatati della burocrazia. Non sarai informato su ciò che ti
succederà come prossimo step e quando, perché deve essere una
tortura, in cui non sai mai ciò che ti accadrà. L'incertezza è sempre
presente e devi tremare. Ti devi ricordare degli errori che hai fatto come
imprenditore, anche se la crisi è stata planetaria. Non avrai scampo. La
tua punizione deve essere esemplare. L'incertezza sarà contemplata nella
certezza.

Se poi non eri più socio dell'azienda fallita, rimarrai comunque un
fidejussore, pertanto ci penseranno i cartolarizzatori dei crediti delle
banche a cucinarti per tutta la vita. Lo Stato approva infatti il fare
mafioso delle aziende di cartolarizzazione organizzate in scatole cinesi.
Se ti sei rifatto una vita professionale, ti prenderanno quanto del tuo
stipendio? Non 1/5 ma fino alla metà dello stipendio per tutta la vita. Sì,
perché bisogna spiegare che ogni banca può pretendere 1/5 dello
stipendio fino al 50% dello stesso.

Benvenuti nel girone infernale dei fallimenti, in cui lo Stato tramite le
aste giudiziarie prende a uno per regalare ad altri e la mafia ti attacca i
figli ex- soci ma fidejussori, tramite i pignoramenti di conto corrente e
Postepay con una condanna a vita. Grazie, Stato italiano, con la nostra
azienda siamo stati contribuenti specchiati, abbiamo esportato il Made
in Italy e importato moneta pregiata. Grazie, dipendenti, per averci fatto
fallire. La prossima volta le aziende apritevele da soli. Sentite i sindacati
vostri alleati per sapere come si fa a generare profitto. Avete fatto fuori il
"padrone" come i vostri nonni fecero nelle campagne da dove siete
venuti. Se nelle fabbriche di Deruta non volevano come dipendenti i figli
dei contadini, una ragione ci sarà pure stata. Nelle fabbriche fino agli
anni Cinquanta potevano entrare solo i "pigionanti". Voi purtroppo siete
arrivati dopo, quando eravamo tutti più buoni. Mai abbassare la
guardia.


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FRIENDS OF CAMA Il blog
Post originali di Roberta Niccacci
Curiosità rinascimentali in tempo di rinascita
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I miei talenti sono: Activator, Adaptability, Communication, Context, Futuristic

Roberta Niccacci è laureata in lingue e letterature straniere moderne all'Università degli Studi di Perugia. Parla correntemente inglese, francese e tedesco. È…una pioniera Erasmus e ha condotto gli studi per la sua tesi di laurea alla Sorbonne Nouvelle Paris III. Originaria di Deruta (PG), ha prestato la sua formazione umanistica a servizio della clientela dell’azienda artigiana di famiglia, che ha chiuso i battenti nel 2011. Da allora ha portato avanti studi a valorizzazione del territorio per nuovi modi di fare impresa nell’artigianato artistico, partendo da arte e cultura. Il suo grande sogno è di fondare un'azienda che trasformi in realtà la sua esperienza di questi anni. Dal dicembre 2020 è un’imprenditrice in ripartenza presso la Onlus “100mila ripartenze” con sede a Treviso.

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