Nella macchina burocratica, quando tu, imprenditore, non puoi più partecipare al gettito delle tasse, allora se sbagli, devi fallire. Ti prenderemo tutto quello che hai: beni immobili, beni mobili e anche il tuo stipendio, fino alla sua metà, nella malaugurata sorte in cui tu sia uscito da socio dell'azienda. Rimarrai un fidejussore. Faremo in modo che i creditori siano soddisfatti, in particolare le banche. Svenderemo tutti i tuoi beni. Siamo autorizzati. Non esiste anti-dumping neanche per il tuo campionario e i semilavorati rimasti nella fabbrica: li abbiamo venduti all'asta per quattro spicci ad un tuo ex-concorrente rispetto ad un valore migliaia di volte superiore allo stesso. Tu, imprenditore, avrai in cambio la morte civile, perché non si ammettono errori di sorta, neanche in una crisi planetaria. Siamo sotto il re e il re decide che sei un suo indegno sottoposto. Devi morire. Ti verrà requisita la tua libertà.
Riguardo al concetto di libertà, proprio l'altro giorno, passando in macchina, ho visto un'altra fallita di Deruta. Ho abbassato il finestrino e, commossa tra le lacrime, le ho detto "Siamo anche noi nelle stesse acque. Ci portano via la casa all'asta!". E lei mi ha risposto "Non ne parliamo. Siamo in galera." È così che ci si sente in un fallimento: ti senti privato della tua libertà.
Intanto ho scoperto che il bue è un toro ammansito dal fatto di essere stato castrato. Chi ci avrebbe mai pensato? In questo modo il bue può essere usato per tirare il carro al mercato oppure l'aratro nei campi. Non male il bue come figura retorica, perché ci riporta ai tempi del re. L'asinello ci conduce ancora più indietro, alla nascita di Gesù! L'asinello sono i dipendenti, che chiamati in causa per illustrare la conseguenza più grave del loro gesto di aver fatto fallire l'azienda, ovvero che ci viene portata via la casa all'asta, ci rispondono che "Ci hanno aiutato" oppure che "Noi non ci siamo più fatti sentire". Ripetono tutti la stessa cosa e questo mi fa veramente paura.
Allora la mia mamma si è resa conto che aver firmato le fidejussioni per le loro case non è servito a niente. Non sono servite a nulla neanche altre azioni fraterne. Aprirà così gli occhi su quanto per gli altri non valgano i gesti intangibili. Finalmente una cosa positiva! Io vivo di intangibilità, ovvero di studio, comunicazione e marketing, e, nonostante i miei attuali 90 kg. di stazza, nella fabbrica mi sentivo trasparente, perché mi occupavo della vendita delle majoliche contro i dipendenti che realizzavano prodotti tangibili, così belli che si vendevano da soli.
Nessun commento:
Posta un commento