L'Italia: "un governo debole con i forti e forte con i deboli". Non ci volevo credere. Finché lavoravo da lunedì a lunedì nella fabbrica della mia famiglia sembrava che tutto andasse bene. C'erano le difficoltà e si andava cauti. Poi in prossimità delle crisi del nuovo millennio è arrivata invece la prosperità. Ci aspettavamo ancora più ordinativi dall'estero, ma il benessere era un'illusione, come il miglioramento prima della morte. Da qui il mutuo ipotecario del 1999 per l'ampliamento della fabbrica e la nostra fine. Puoi conoscere l'adagio del governo debole, solo se ti trovi a che fare con le ingiustizie, a cui vanno incontro appunto i deboli, tra i quali ora ci siamo anche noi, falliti insieme alla nostra azienda artigiana.
Quando in televisione vedo i rappresentanti di partito, che dovrebbero garantire la democrazia, mi sembra di rivedere il corto della Pixar con le cicogne: loro sono le cicogne fortunate: i provvedimenti pubblicizzati dal governo sono infatti per la maggior parte dei maquillage, cose già viste o che arrivano quando non servono più per gli svantaggiati, talvolta dei passatempi di persone che non hanno conosciuto le ingiustizie, ma che a piacer loro se ne fanno portavoce, se magari certe tematiche coadiuvano la campagna elettorale. Il tutto all'interno di giochi di partito, che finiscono col favorire i poteri forti, come ad esempio la legge n.119/2016 detta "decreto banche".
Il caso Bramini un'ingiustizia di Stato. Ingrandisci l'immagine |
A suo tempo mi hanno fatto studiare le figure retoriche ma non le ho mai messe a mente. Troppo difficili da studiare in teoria. Mi risulta che "un governo debole con i forti e forte con i deboli" sia un chiasmo, ovvero un incrocio sintattico. Ora mi ricorderò cos'è un chiasmo, nonostante avessi già letto la definizione diverse volte. Gli artifici delle lingue non sono facili da ricordare, te ne puoi rendere conto solo con un uso pratico, che ti rimanga impresso. Allo stesso modo i problemi più difficili non si possono risolvere dall'alto, di corsa o come si è sempre fatto dall'Ottocento. Che altro hanno da fare i governanti, i sindacalisti e i rappresentanti di partito, se non cercare soluzioni innovative a problemi più che conosciuti, per venire fuori dalle crisi migliori di prima?
Nessun commento:
Posta un commento