Lunedì scorso su "IL FATTO QUOTIDIANO" è uscito un articolo dal titolo "Il girone infernale delle aste schianta famiglie e creditori", in cui interviene Giovanni Pastore, imprenditore, uno dei fondatori dell'associazione Favor Debitoris. Si affronta il tema del ribasso del valore delle case all'asta, che conduce al prezzo vile, conseguenza della legge 132/2015 detta "Legge Renzi".
Alla faccia dei partiti di sinistra, che difendono la democrazia e che si vendono alle banche, dove loro pensano, si trovino i risparmi degli italiani. Così proteggono gli italiani. Mi sembra di sentir parlare i governanti tra di loro per trovare le soluzioni in materia di aste. Neanche l'ultimo uomo della strada ragionerebbe in questi termini, ovvero: «svendiamo ancora di più le case all'asta degli italiani, così si snellisce il numero di abitazioni che sono all'asta e si tolgono di mezzo i faldoni, che impediscono lo scorrimento dei processi in Italia».
Come ha detto giustamente una degna persona fallita ma colta, nei fallimenti non si va alla fonte del problema. Per essere più chiari, facciamo un paragone con la questione dell'immondizia nelle grandi città: si avvicinano i cinghiali ai cassonetti? Pensiamo come ammazzare i cinghiali, anziché risolvere il problema dell'immondizia, causa di attrazione degli animali verso i centri abitati. Credo che questo sia un paragone calzante con il problema del fallimenti in Italia: facciamo schiantare le famiglie fallite e il problema è risolto.
Ciò di cui non mi posso capacitare è come nelle sezioni fallimentari non si rendano conto della distruzione che stanno operando e come non si ribellino alle disposizioni stesse dello Stato. Ma si può essere dei burocrati fino a questo punto? Oppure ci sono interessi personali a oliare la fiorente industria del fallimenti? Come funziona il fallimento nei Paesi civili? Fanno schiantare le persone come in Italia?
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