Teun Hocks ~ ‘Senza titolo n.233 (Nuvola)’ 2010 |
Da quando i cartolarizzanti, col benestare dello Stato, mi hanno pignorato conto corrente e Postepay per meno di 5 euro, per me si è scatenata una reazione allergica al fallimento. Fino a quel momento avevo accettato tutto come farebbe una brava cittadina, che rispetta la giustizia e lo Stato. Da allora mi è sembrato di vivere in un teatro dell'assurdo, quindi ho iniziato a scrivere e a guardarmi intorno per cercare altri falliti.
Una domanda mi sorge spontanea riguardo al pignoramento del conto corrente e della Postepay: i cartolarizzanti hanno ricomprato il credito dalla banca. E va bene. Ma quella stessa banca nel 2008 ha mandato in esecuzione il laboratorio artigiano della nostra azienda per lo stesso credito. Come è possibile che i cartolarizzanti abbiano ricomprato un credito da una banca, che ha ancora il laboratorio del debitore all'asta? Come possono sussistere banca e cartolarizzanti insieme per un unico credito? Siamo quindi aggrediti su due fronti per uno stesso credito?
Gli attaccati siamo sempre noi, quattro persone di una stessa famiglia: i nostri genitori sono falliti e noi due figli, fuoriusciti dalla società convinti di salvarci, siamo ora considerati non più soci ma fidejussori. Saremo quindi perseguitati a vita dai cartolarizzanti, a meno che non scendiamo ad una "transazione di chiusura stragiudiziale", ovvero paghiamo il debito anche in misura minore e a rate. Questo è un punto che non capisco: come possono i cartolarizzanti vantare un credito per il quale c'è già in pegno il laboratorio, che si è preso la banca, per un valore ben superiore a quanto dovuto? Come può lo Stato permettere alla banca di attaccare i debitori tramite il Tribunale e anche fuori dal Tribunale? State sparando su un morto.
Qui di seguito cinque capolavori del teatro dell'assurdo:
Samuel Beckett – Aspettando Godot
Eugène Ionesco – Il rinoceronte
Miguel Mihura – Tres sombreros de copa
Sławomir Mrożek – Tango
Fritz Hochwälder – L’accusatore pubblico
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