Questo non è un caso isolato ma il destino di laboratori artigiani e prime case di persone che, oltre ad aver subito una sfortuna in tempo di crisi, vedono sfregiata la dignità del proprio lavoro e insoddisfatte le richieste dei creditori. La storia del laboratorio all'asta della CAMA DERUTA (PG) va avanti dal 2008. Il provvedimento era nato come E.C. (esecuzione civile), la proprietà requisita dal Tribunale per conto dell'Unicredit.
La stima del perito del Tribunale era di più di 700mila euro per 1.530 metri quadrati tra muratura e terra. La fabbrica è andata all'asta nel 2013 a 605mila euro. Sono passate 15 aste deserte e ora è la volta della 16a asta per 134mila euro circa. Nella foto della pagina non hanno neanche messo le foto giuste. Ci hanno scritto che stanno regalando un "magazzino" al posto di un "laboratorio artigiano". Sulla pagina dell'asta ci sono infatti le foto del fabbricato che fa parte della nostra abitazione in una via diversa da quella della fabbrica.
Facendo un conto matematico di quanto costa il nostro ex laboratorio della CAMA andato all'asta, scopriamo che: 134.708,44 euro diviso 1.530 fa 88 euro al metro quadrato. Non credo che cambi qualcosa a scorporare la metratura dei muri dalla striscia di terra a giardino piantumato della proprietà. Come nella scritta "Arbeit macht frei" i burocrati si prendono pure gioco dei falliti e chiamano il sito asta legale. Cinismo e tortura dei tempi moderni è dire poco, forse meglio violenza gratuita verso persone inermi per gli interessi di speculatori e professionisti del mestiere?
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