I fallimenti sono una riserva di caccia per speculatori, circuiti illegali e malaffare, nel disinteresse generale, anche quello della Camera nella scorsa legislatura, come scrive il Manifesto riguardo al "Giubileo bancario", che attiene alla sofferenza bancaria, primo passo verso il fallimento. Ma quale potrebbe essere la convenienza di destra o di sinistra nell'aiutare piccole aziende in difficoltà, persone sull'orlo del fallimento o chi è spacciato a causa dei debiti per crisi e quindi destinato a fallire? Chi ci guadagnerebbe ad aiutare i più deboli in fatto di denaro?
Ho saputo del "Giubileo bancario", facendo una ricerca su Don Andrea La Regina, parroco presidente della fondazione antiusura Nashak, con sede in provincia di Salerno, responsabile nazionale macro-progetti ed emergenze della Caritas nazionale: anche Don Andrea sosteneva il "Giubileo bancario". Su La Repubblica leggo degli ultimi sviluppi di una proposta di legge attuale a rilancio del "Giubileo bancario". Per la nostra fabbrica qualsiasi disposizione governativa arriverebbe comunque troppo tardi; ne avevamo bisogno quindici anni fa.
Le parole di Don Andrea La Regina a Radio Maria |
In ogni modo, per capire fino in fondo la situazione di persone sulla strada del fallimento o già fallite, bisogna ascoltare la voce di chi l'esperienza del fallimento la vive in prima persona o chi, come Don Andrea La Regina, aiuta le persone in grave difficoltà economica. Come può lo Stato stare a guardare davanti alla distruzione per fallimento di piccole aziende artigiane come la nostra, alla quale prima è stata tolta la liquidità, poi il capitale produttivo e ora anche il capitale abitativo in tempo di crisi? I fallimenti sono procedimenti lunghi e dolorosi a vantaggio di chi, se non appunto degli approfittatori, dei professionisti part-time prestati alla giustizia e della mafia, che si nutre di povertà?
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