Gianni Berengo Gardin, Parma, Istituto psichiatrico, la camicia di forza, 1968 - © Gianni Berengo Gardin - Contrasto |
Così Roberto Ferracci ora sconta 12 anni al carcere di Capanne (PG). Deve stare anche contento, perché ne avevano chiesti 15. In più gli è stato riconosciuto il danno di parte civile, così deve spenderci pure sopra i soldi che non ha. Ora mi chiedo, chissà quale contenzione faranno in carcere al Ferracci, perché guarda caso anche la medicina si inginocchia alla giustizia e questa non me la posso riporre: un uomo denigrato, spogliato dei suoi beni e anche distrutto nella sua salute mentale. Sembra di vivere sotto dittatura, dove i dissidenti passano per matti. Nella stampa c'è scritto che Ferracci era una persona disturbata ma mite, quindi al tribunale si sono pure accaniti contro una persona già fragile? Io sfiderei i giudici a vivere l'esperienza del fallimento da questa parte e mantenere i nervi saldi.
Non ci sono invece cenni a quello che avrebbe combinato l'Unicredit per far fallire l'albergo di Spello di Roberto Ferracci. Guarda caso è la stessa banca, che ha concesso il mutuo ipotecario anche a noi della CAMA DERUTA per l'ampliamento del laboratorio nel 1999 a ridosso delle crisi incombenti e di cui nessuno ci ha allarmato. Mi dicono amici che lavorano in banca, che anche nel concedere i mutui serve una certa coscienza e professionalità. Non si possono dare i mutui con leggerezza, perché puoi rovinare le persone.
Quindi ora Roberto Ferracci ha già scontato quasi 4 anni di carcere. Ce ne sono ancora 8, se tutto va bene. Una cosa che non avrei fatto è di scusarmi per il gesto o insistere sui problemi mentali. Questi sono i giochini degli avvocati. Io sarei andata fino in fondo, matta per matta, ovvero avrei insistito sulla mia verità e sul fatto che da combattere c'è una banca e non le persone che sono finite vittime della crisi, proprio per il danno prodotto dalla banca. Con chi abbiamo a che fare su per questi tribunali? Ma questa è giustizia?
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