Così ora per effetto delle cartolarizzazioni, noi due fratelli, ex-soci della CAMA DERUTA, siamo chiamati in causa nel fallimento come fidejussori e a distanza di più di vent'anni dall'erogazione del mutuo nel marzo 1999, non essendoci una prescrizione dei crediti nonché delle plusvalenze reclamate dalla banca, ci troviamo ad essere perseguitati dalle "bande" alle quali le banche hanno venduto il credito. Saremmo convocati dal giudice a settembre, ma per parlare di cosa? Si può fare come negli Stati Uniti, dove si conferisce direttamente col giudice senza l'intermediazione di un avvocato?
Poi cosa ci dice il giudice, se non confermare che la "banda" sia autorizzata per legge a perseguitare noi, che eravamo soci e ai quali tocca una sorte peggiore dei nostri genitori, perché abbiamo perso tutto anche noi come loro e in più siamo attaccati su due fronti dal tribunale e dai cartolarizzatori? Perché non veniamo trattati come i falliti? No, le "bande" dei cartolarizzatori hanno il diritto di non essere fermate e di insinuarsi sulla tua pelle come le zecche vita natural durante, per succhiarti fino all'ultima goccia di sangue. Non era sufficiente il fallimento, la perdita della prima casa dei genitori, del laboratorio, di tutti gli strumenti da lavoro e delle ceramiche in esso contenuti, che le aste giudiziarie prendono da noi per regalare ad altri? Siamo sul lastrico e i cartolarizzatori insistono su noi figli con un accanimento feroce, senza precedenti nella storia del nostro rapporto con la banca, dicasi Unicredit.
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