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lunedì 14 giugno 2021

Privacy, ISEE e "quant'altro"


Tu per caso hai firmato una liberatoria per la privacy affinché la tua casa all'asta venga diffusa su Internet, sui siti delle agenzie immobiliari e quant'altro, come dicono i burocrati? Io no e neppure mio padre, che risulta proprietario dell'abitazione, andata all'asta lo scorso 25 maggio, deserta, perché i taccagni che ricomprano alle aste vogliono fare l'affare su affare, come a fine stagione succede per i saldi nei centri commerciali. I clienti dello Stato stanno lì in attesa che il prezzo scenda, come gli sciacalli, che si cibano di carne fresca ma anche di carogne. La tua sorte è segnata. 

È successo che in questi momenti di difficoltà, anche pensando al futuro più nero, ovvero di lasciare la nostra casa nel giro di tre/sei mesi dalla svendita all'asta, per la prima volta siamo andati a fare l'ISEE. Ci è stato consigliato dall'assistente sociale, a cui ci ha indirizzato l'assessore alle politiche sociali del nostro comune. Nell'ISEE i miei genitori hanno dovuto per legge dichiarare di essere possessori della casa pignorata. Ma come, io vado per chiedere aiuto, perché mi portano via la casa, e la casa rimane il macigno per cui l'ISEE dei genitori non sarà così basso da poter usufruire di qualsiasi agevolazione da parte del comune di Deruta? 

Tra le agevolazioni a cui accedere noto ad esempio i contributi a fondo perduto dei comuni a beneficio delle famiglie in difficoltà nel pagare l’affitto; sarebbe il caso nostro. Ma tu ti rendi conto, ridotti in questo modo per una tortura fine a se stessa, quella del fallimento, in cui a guadagnarci sono i burocrati, i professionisti che non producono ricchezza ma che fanno quattrini sulle disgrazie altrui. Il fallimento non dovrebbe essere luogo di speculazione, di cui lo Stato si rende partecipe. Il fallimento dovrebbe essere trattato come la prostituzione, al cui commercio lo Stato ha rinunciato, perché non si può lucrare sui sentimenti, sulla malasorte e sulle emozioni delle persone. Non si può fare mercimonio in fatto di sesso, denaro e morte.  

"Fior fiore" si può anche dire
"Crème de la crème"


Questi dei tribunali sono invece autorizzati a fare il comodo loro, andando contro ogni regola del commercio, dei civili rapporti tra le persone, della democrazia e della libertà personale. Così per togliere il velo di rispettabilità sotto cui si celano fior fiore di professionisti, avevo scritto agli avvocati, che furono intercettati mentre dicevano che coi fallimenti si fanno i soldi a palate, quali Bertoldi Mauro e Pompei Nicoletta, sospesi a suo tempo per dieci mesi (con pena ridotta a quattro, perché tra cani non si mordono) con la proposta di scrivere un libro-verità. I soggetti non rispondono alla mail, come non danno segni di vita neanche giudici e avvocati dei tribunali. Su internet non trovo nessun giornalista che scriva dello scandalo delle aste giudiziarie e dei fallimenti. Perché? Perché tanta omertà? Sarà forse che la reticenza sia legata alla mafia, che opera indisturbata nelle sventure dei fallimenti, senza essere riconosciuta come tale neanche dalle alte cariche dello Stato? 


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