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mercoledì 23 giugno 2021

Vita da poveri

La legge sul fallimento risale ad un
regio decreto del 1942. Ecco una foto
del tempo. 

Sono stata in un negozio del centro commerciale per sostituire la pila dell'orologio Swatch nero basico col cinturino di pelle usurato, che ho acquistato quasi vent'anni fa. Avevo promesso alla mamma di passarglielo, perché lei sembra allergica al suo orologio ossidato. Ho fatto una di quelle figuracce che fanno i poveri. Ho chiesto se avessi potuto pagare con la Postepay ma non mi sono ricordata che il Rdc non permette di fare spesa in una gioielleria. Di soldi spicci non ne avevo a sufficienza e così mi sono mancati 50 centesimi. Glieli avrei portati il giorno dopo. Mi hanno detto di lasciar perdere. Sono stati molto, molto gentili. Se avessi del denaro in più, ci andrei a fare spesa, anche se i gioielli mi piacciono oltre le mie possibilità ed è per questo che non ne ho mai veramente acquistati. 

Che sono una poveraccia si vede poi dalle foto. Risulto trasandata, eppure non mi sento così, ma dal mio volto traspare la sofferenza: mi vedo trasformata. Non sono di certo la persona speranzosa di dieci anni fa, che era partita per l'avventura, scoprendo altri territori, per riaprire chissà quale azienda insieme agli altri in tempo di crisi. I sogni sono tutti svaniti e mi ritrovo grassa e sfatta. Sono anche cambiata da quando ho pubblicato il saggio sul cantante lirico, solo tre anni fa, sul quale contavo per farmi conoscere. Non ha funzionato neanche questo, eccetto per il fatto che un professore di archivistica mi ha inserito in un gruppo di ricerca per la pubblicazione di un saggio su un altro personaggio del luogo. 

Non è che in passato chissà quali lussi mi sia concessa: ho sempre lavorato da lunedì a lunedì in una vita condizionata dall'azienda. In alternativa alla fabbrica ho cercato anche altre strade nel lavoro impiegatizio, ma l'esperienza più bella è stata quella nata dalla mia vocazione per gli ospedali: ho seguito un corso di formazione a geriatria e sono andata a lavorare in una casa di riposo come inserviente, oggi OSS. Poi più di dieci anni fa gli eventi mi hanno riportato alla fabbrica ed eccomi qui a patirne le conseguenze. Comunque l'esperienza di fallimento mi ha avvicinato agli ultimi, soprattutto a coloro che sono dietro le sbarre, che vivono la mia stessa situazione di segregazione. Quindi il mio prossimo passo è di andare a fare volontariato nelle carceri per conoscere i miei pari, perché una delle conseguenze del fallimento è la mancanza di libertà. 


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FRIENDS OF CAMA Il blog
Post originali di Roberta Niccacci
Blog fondato nel 2009 per documentare il viaggio di rinascita della CAMA, azienda artigiana storica di Deruta (PG). Con gli esiti del fallimento che dura da 10 anni e l'unico sostegno di arte e cultura. Dal mese di gennaio 2021 il blog parla italiano.
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