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mercoledì 9 giugno 2021

Fuoco alle fiamme

Nel girone dantesco della sezione fallimentare del tribunale, il fuoco brucia sulla pelle anche a distanza e quindi il mio approccio alla vita di tutti i giorni è altresì ispirato dal fuoco. Il mio pensiero ad ogni ingiustizia o separazione è di "fare fuoco alle fiamme". In fatto di separazione, mi rendo conto che anche gli imprenditori falliti sono divisi tra di loro: in Italia non ti unisci se non in nome dei soldi (mascherati dai valori) e quindi capisco che quando hai perso tutto, c'è poco da combattere uniti. Come fare quindi per lottare contro l'ingiustizia dei fallimenti in tempo di crisi, se si è divisi? Sono più fortunati i dipendenti, perché l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro "dipendente" e quindi, quando in un'azienda i lavoratori sono tenuti a registro, a maggior ragione la tua azienda, in caso di fallimento, viene attaccata e penalizzata dallo Stato. 

Tuttavia ho sentito che a Deruta una dipendente, che era a nero, ha fatto la vertenza ad una fabbrichetta in cui lavorava, facendola fallire. Complimenti per la coerenza! Perché i dipendenti non si prendono le proprie responsabilità, diventando imprenditori di se stessi e non si mettono insieme per difendere i propri posti di lavoro? Comoda la vita a fare il dipendente senza condividere il rischio d'impresa, senza uno scatto sociale, senza muovere una paglia a difesa delle proprie aziende in tempo di crisi. La passività dei dipendenti diventa poi aggressività, nel momento in cui gli stessi si rivolgono ai sindacati, che, come si dice in gergo, mettono su gli operai contro il "padrone". Siamo ancora a questi livelli. 

Sulla scia di fuoco del girone infernale in cui mi trovo, ecco che io ai sindacati "darei fuoco", perché in questi vent' anni di crisi non li ho visti portare avanti una sola iniziativa innovativa o meglio illuminata. I sindacati sono rimasti al tempo in cui sono nati, ovvero all'ottocento e i dipendenti al tempo del padrone sui campi agricoli. Ecco perché poi si parla dell'Italia come di un Paese arretrato. È una questione di evoluzione culturale unitaria per il bene comune, concetto sconosciuto in Italia. Dagli fuoco! 

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