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martedì 29 giugno 2021

I flagellati del sistema

Giandomenico Tiepolo, la flagellazione (1771-1772)
Museo del Prado, Madrid

Ho scoperto l'esistenza di un'associazione fondata nel 2012, che aiuta gli imprenditori a scampare il fallimento. Si chiama "San Giuseppe Imprenditore", è di orientamento cattolico e il presidente è un ex imprenditore, che ha un'esperienza di fallimento. Mette a disposizione un numero arancione gratuito nelle provincie di Torino, Milano, Monza e Brianza, Brescia, Como, Lecco, Verona, Roma, Napoli, Bari e Ragusa. Ho letto in particolare la testimonianza di un imprenditore dal titolo "Non di fallimento ma di solitudine muore l'imprenditore". 

Ecco tra le parole più significative riguardo all'esperienza che si trova a vivere l'imprenditore fallito: «[...] Non si può mandare all’aria un’azienda solo perché il club degli amici (inseriti nei posti giusti) ha messo gli occhi sul tuo patrimonio immobiliare. Non puoi sentirti dire da un sostituto procuratore della Repubblica: “Lei ha 3 figli piccoli, non faccia il martire, contro il sistema non la si spunta…”. Faccio partire le ultime disperate richieste di aiuto, mi rivolgo ai parlamentari locali impegnati a Roma, al Vaticano, a varie associazioni. Lo zero assoluto. La solitudine è una sensazione difficile da spiegare, è un tracollo esistenziale che ti porta in mezzo a una strada, in tutti i sensi.»

Non sembra che molto sia cambiato da quando è nata al tempo dei romani la "bonorum cessio culo nudo super lapidem" (tr. cessione dei beni, a natiche denudate, sopra una pietra), ovvero la pietra dello scandalo di rinascimentale memoria, in cui i commercianti e i banchieri di Firenze mettevano alla gogna il fallito, come deterrente per la cittadinanza, denigrando il malcapitato per il divertimento degli astanti, specie durante le ricorrenze importanti della città. Esiste in effetti una coerenza tra la storia romana, che passa per il Rinascimento italiano e poi approda al 1942 sotto il Fascio littorio con il regio decreto del 1942 sui fallimenti: uno sfregio fine a se stesso. 

Ho appena visto in tv che in Italia un'azienda su cinque è in difficoltà e passibile di fallimento. I connazionali italiani taccagni e approfittatori, che fanno razzia alle aste, si sfregheranno le mani a questa notizia. Staranno già festeggiando anche i dipendenti della fiorente industria italiana del fallimento, dove professionisti senza scrupoli si arricchiscono sulle disgrazie altrui, insieme alle loro filiere. Una maestra amica mia mi scrive su facebook che "tanto nessuno ascolta ed è così da sempre", ma invece sarà ora di cambiare in fatto di fallimenti e di passare una volta per tutte dalla monarchia alla repubblica. Che ne pensate? Vivete anche voi un'esperienza di sudditanza? Ce la potremmo fare ad evolverci? 

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Post originali di Roberta Niccacci
Blog fondato nel 2009 per documentare il viaggio di rinascita della CAMA, azienda artigiana storica di Deruta (PG). Con gli esiti del fallimento che dura da 10 anni e l'unico sostegno di arte e cultura. Dal mese di gennaio 2021 il blog parla italiano.
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